La fiaba

C’erano una volta…

un’astuta volpe
e delle sagge civette
che avevano trovato dimora
tra gli alti merli della torre

E narra la leggenda di come a questo insolito gruppo di amiche piacesse trascorrere il proprio tempo dedicandosi a un gioco peculiare: la volpe si lanciava in una bonaria caccia per acciuffare, una ad una, tutte le civette, mentre queste ultime, nascoste e senza mai farsi scoprire, tentavano di circondarla.

Così facendo, ogni sera, con la complicità del crepuscolo, la Torre si riempiva del gioioso fragore di questo passatempo.

Con l’andare dei giorni, questo curioso gioco attirò l’attenzione del contadino che coltivava il vigneto ai piedi della Torre. Questi, intrattenuto da tale spettacolo, si dedicava con cuore allegro alla cura delle viti.

Così, un’estate dopo l’altra, tra i suoi filari, crescevano rigogliosi grappoli d’uva bianca da cui, in autunno, veniva ricavato un vino speciale, noto a tutti per la sua prelibatezza. La magia di quell’inaspettata amicizia animale e la dedizione del contadino si erano intrecciate con la bellezza del vigneto, dando vita a un vino bianco dal gusto unico.

Si diceva, infatti, che fossero proprio l’astuzia della volpe e la saggezza delle civette a conferire a questo vino il suo carattere inconfondibile e il suo sapore indimenticabile.

Ma in questa alchimia, giocava un ruolo importante anche l’amore per quella Torre che era diventata la loro casa.

Di giorno, infatti, le civette volavano in cerchio sopra il vigneto per tenere lontani gli uccelli golosi, mentre di notte, la volpe faceva da guardiana contro le incuriosite incursioni degli animali del bosco.

Ed è quindi a questa insolita e peculiare amicizia che dobbiamo, ancora oggi, il prezioso vino della Torre.

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